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al testo di Alfredo Rienzi
Una domanda di Irma C., pittrice dalberi
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Una domanda di Irma C., pittrice d’alberi, a un monaco basiliano Come puoi allo stesso modo amare - chiedevi con le labbra appena mosse – la vittima e il carnefice, chi dice e chi tace, chi sceglie e chi attende al bivio, fermo, il santo o l’uomo lupo? Guardavo, mentre addolciva l’aria un canto in genovese, i tuoi occhi tra il grigio e il verde antico, né lustri né opachi. Ti risposi non lo so, mi viene naturale e cercavo quale mano in te fosse dell’una, quale dell’altro. da Notizie dal 72° parallelo, Joler, 2015, p. 17
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Ferdinando Battaglia
- 12/09/2017 07:29:00
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Se dovessi scegliere il punto di fuga di questo magnifico testo, sceglierei "né lustri né opachi", unimmagine bellissima che si riflette in tutto il passaggio che inizia dagli occhi, poiché metafora originale e direi geniale di quellaltra e più significativa del testo in distinzione che rappresentano la mani. Il discorso ha spessore, sia in senso cristiano sia in senso umano, per un credente sono coincidenti. Cristiano poiché cinsegna che lamore divino è sì vi stizia ma pure misericordia, quindi come può non amare sia la vittima sia il carnefice chi ha fatto dellAmore lo stabat del proprio vivere? Come può disconoscere anche nel colpevole non solo il legame di fraternità poiché entrambi figli ma anche quella imago Dei ? Sia in senso umano perché, come insegnava forse Buber ai suoi studenti a proposito del nazismo, ciò che può accadere in un uomo può accadere a ciascuno, in ognuno cè la luce e cè lombra, ecco allora il senso immanente dellamore del monaco, colui che è separato dal mondo per definizione: la compassione. Non voglio tediare oltre, ma la scrittura poetica di questa poesia è formidabile, prima ancora dei contenuti, è una delizia averla letta, però anche per questo i suoi contenuti sono diventati urgenza di ritorno riflessivo e discorsivo. Non mi piace esprimere i complimenti ad un poeta, mi suona elusivo di unessenza, preferisco esprimere il mio riconoscimento poetico. Ecco. Ultima nota: il titolo è un piccolo gioiello creativo.
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Amina Narimi
- 11/09/2017 12:18:00
[ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]
Irma, ricorda il grande albero... ha le labbra appena mosse e così mi appaiono anche le sue mani, tra il tacere e il dire, cercando verità,che già i suoi occhi "sono". La bellezza della antinomia è tutta qui, nella invisibile vetrata in mezzo al piombo che separa l’uomo dal divino… una maschera che continua ad inviare la vita al corpo intero con un canto, vivere l’antinomia è un dono, perché guardare dentro la vita in tutti i sensi e tenerli insieme, è lacerante, conservando la propria verità e comprendendone il contrario naturale, quando ami
Come si sta bene a passeggiare lungo i tuoi vicoli del legno, Alfredo..
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